Il caffè di Audrey Hepburn, Jim Jarmusch e Quentin Tarantino.
Il cinema, fin dalla sua nascita, celebra il rito del caffè e lo esalta nelle sue diverse varianti e modalità di preparazione. Ma ancor prima della Settima Arte, ci aveva già pensato il teatro a far scorrere fiumi di caffeina sul palco. Infatti già nel lontano 1750 Carlo Goldoni porta in scena "La Bottega del Caffè". Nel 1931 tocca invece a Eduardo De Filippo che nel primo atto di "Natale in casa Cupiello" racconta l’infelice risveglio del protagonista a cui viene servito un pessimo e amaro caffè.
Ma andiamo dritti al punto: ecco tre scene cult in cui compare un caffè!
“Pulp Fiction” di Quentin Tarantino (1994)
L’amore del regista per il caffè di alta qualità si esprime in una scena che è divenuta subito cult. Si tratta del momento in cui Jimmy (Quentin Tarantino) prepara un caffè americano da “leccarsi i baffi” a Jules (Samuel L. Jackson) e Vincent (John Travolta) che si apprestano a pulire la loro macchina zuppa di sangue.
Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany” (1961)
Basta un caffè lungo, la vetrina di Tiffany e il volto di Audrey Hepburn per creare una delle scene di apertura più iconiche della storia del cinema. Infatti la celebre pellicola, tratta dal romanzo di Truman Capote, inizia con la presentazione di Holly, la protagonista interpretata da Audrey Hepburn, che sorseggia il suo amato caffè lungo in compagnia di una brioche per fare la sua celebre “Colazione da Tiffany”.
“Coffee and cigarettes” di Jim Jarmush (2003)
Il film di Jarmusch si compone di 11 cortometraggi, ambientati in luoghi diversi e interpretati da personaggi diversi. Ogni capitolo è però accomunato dalla presenza di dialoghi tutti incentrati sul tema del caffè. Fa eccezione il capitolo con Bill Murray nei panni di un insolito ed esperto cameriere intento a servire un tè a due ospiti particolari: i cantanti del Wu-Tang Clan.