Com’è fatto un chicco di caffè?
Il chicco di caffè porta con sé una storia incredibile: l’insieme di questi semi macinati e tostati, ogni mattina ci permette di gustare la bevanda più consumata al mondo, nascondendo tante curiosità. La bontà di una tazzina di caffè infatti, è data non solo dalla qualità di ogni singolo chicco di caffè, ma anche dal processo di tostatura. Ecco la storia e le curiosità che si nascondono dietro il chicco di caffè.
Come è strutturato il chicco di caffè?
Il chicco di caffè si ottiene dalla lavorazione dei semi di alberi tropicali appartenenti al genere Coffea della famiglia botanica delle Rubiacee. Esistono 100 specie diverse di Coffea che generano altrettante varietà di caffè. Le più coltivate e famose sono:
La qualità arabica, che costituisce il 70% del caffè prodotto in tutto il mondo, è molto pregiata e offre un caffè dal gusto intenso e delicato allo stesso tempo.
La qualità robusta (o canephora), è quella che rende il caffè più forte e amaro e contiene il doppio di caffeina; i chicchi della qualità robusta infatti, danno cremosità e corposità alla bevanda.
La qualità Liberica proviene da piante originarie delle foreste della Liberia e della Costa d’Avorio. Nonostante i chicchi siano grandi e profumati, la Liberia è considerata una qualità inferiore rispetto all’arabica e alla robusta. Della pianta, vengono raccolti ed essiccati anche i fiori, che hanno aromi molto intensi e dai quali si ricavano infusi caffeinizzati.
Va infine citata la Kopi Luwak, la qualità di caffè più cara al mondo, i cui chicchi derivano da bacche che sono in parte digerite da un piccolo mammifero originario dell’Asia e dell’Africa tropicale, il luwak. Una tazzina di caffè kopi può arrivare a costare anche 50 dollari.
Il viaggio di un chicco di caffè dalla pianta alla tazzina
La vita di un chicco di caffè nasce con la raccolta delle bacche che deve essere fatta solo nel momento esatto della maturazione, per evitare di raccogliere bacche acerbe.
Le drupe vengono quindi immerse nell’acqua per dividere la polpa dal nocciolo, successivamente possono essere estratti i chicchi di caffè, che sono verdi e piccoli.
Quindi si passa alla tostatura, che farà aumentare le dimensioni dei chicchi e donerà loro il caratteristico colore marrone.
Come viene lavorato il caffè
Il passaggio più delicato che fa di una buona tazzina di caffè un ottimo caffè, è la tostatura.
Il processo inizia dando calore ai chicchi che vengono sottoposti ad una fonte di calore che aumenta progressivamente raggiungendo i 200-230° in un arco di tempo che può andare dai 12 ai 20 minuti.
I tempi di tostatura sono molto importanti perché determinano l’equilibrio tra acidità e amarezza: se troppo lunghi, i composti di aromi volatili si distruggono e il caffè si impoverisce, se troppo stretti i chicchi non assumono il tipico aroma.
I chicchi di caffè estratti dalla tostatrice vengono quindi portati a temperatura ambiente e il passaggio di raffreddamento è decisivo perché determina il mantenimento degli aromi migliori.
Durante il processo di tostatura, il caffè subisce importanti trasformazioni chimico-fisiche, per questo è importante che il tutto avvenga rispettando i tempi giusti e con la dovuta lentezza. Più il processo sarà realizzato rispettando tempi e modalità necessari al chicco a sviluppare le sue caratteristiche, più il nostro caffè avrà gusto e aroma.