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Davide Arcuri

Davide è un improvvisatore teatrale. Recentemente è stato protagonista di un famoso talent show, ma la sua carriera professionale inizia diversi anni fa e grazie al suo lavoro ha girato il mondo.

Intervista

ILA: Cos’è l’improvvisazione teatrale?
DAVIDE: È una forma d’arte che consiste nell’andare su un palco senza sapere quello che accadrà. Soltanto tramite l’ascolto, la collaborazione e la fiducia tra gli attori si scopre una storia, ogni volta diversa, ogni volta unica. Dal punto di vista formativo è anche un modo fantastico per scoprire un po’ di sé, quindi rimuovere un po’ di blocchi che ci portiamo dentro da tanto tempo e per lasciarsi andare con gli altri.

ILA: Nasce dall’istinto o dalla tecnica?
DAVIDE: Istinto e tecnica sono molto legate. L’istinto ti permette di reagire in modo spontaneo alle proposte altrui. La tecnica dell’improvvisazione ti serve a liberare l’istinto. Normalmente fuori dall’improvvisazione censuriamo il nostro istinto. La tecnica improvvisativa ti aiuta a lasciarlo libero e a utilizzare le naturali reazioni che hai in scena nel percorso narrativo. Tutti possono improvvisare. Anzi, tutti dovrebbero farlo!

ILA: Qual è la differenza con il teatro tradizionale?
DAVIDE: La grande differenza è che nell’improvvisazione lo spettacolo, si fa nello stesso momento un cui il pubblico la fruisce; nel teatro di testo ci sono le prove che sono la vera costruzione dell’opera d’arte.

ILA: Sappiamo che hai un passato da cantante...
DAVIDE: Sì, ho fatto anche il cantante di una band in un mio passato oscuro. Da quell’esperienza mi porto dietro il piacere di stare sul palco, di essere a contatto diretto col pubblico e di intrattenerlo. A volte poi nell’improvvisazione capita anche di cantare. Se l’improvvisazione chiama, bisogna essere pronti a tutto.

ILA: Quali sono le tue fonti d’ispirazione?
DAVIDE: È difficile quando s’improvvisa avere in mente delle fonti d’ispirazione costanti. Non ci sono tanti libri che parlano d’improvvisazione, è una cosa molto pratica. Nel mio percorso però ho avuto tanti maestri. Uno in particolare è Randy Dixon che ho incontrato a Seattle in occasione di diversi festival. Mi piace moltissimo la sua impostazione, senza nessuno schema e che lascia andare la spontaneità in modo libero e fluido.

ILA: Raccontaci delle tue esperienze all’estero
DAVIDE: È forse la cosa più bella della mia esperienza improvvisativa: ho girato e giro tutto il mondo per festival e spettacoli; c’è una comunità mondiale dell’improvvisazione e io ci sono dentro! Ho iniziato nel 2007 a Seattle e da lì è stata insomma una bellissima reazione a catena che ancora è in atto. Non ti rimane moltissimo, l’improvvisazione è molto effimera come arte, ma hai l’occasione di interagire e di andare sul palco con i maestri che nel nostro mondo sono ancora attualmente in Stati Uniti e Canada. Lì, come dicono loro, hanno uno stile molto improntato alla “comedy”: l’improvvisazione è un’anticamera del cinema. Ad esempio John Belushi, Dan Aykroyd e Bill Murray vengono tutti da Second City, una scuola di improvvisazione di Chicago dove nel 2013 ho fatto uno spettacolo. In Europa è parecchio di nicchia, ma c’è un po’ più attenzione a come si sta sul palco, ad avere un tipo diverso d’interazione con il pubblico e non solo al “vi facciamo ridere, siamo simpatici e “fast and funny”. L’improvvisazione europea sta molto crescendo e secondo me in questo momento sta superando i maestri. È un’altra cosa molto eccitante.

ILA: Cos’è la creatività?
DAVIDE: La creatività nell’improvvisazione è una parola sacra. Spesso le persone che vengono nei nostri corsi pensano che l’improvvisazione sia un modo per imparare ad essere creativi. Quello che noi diciamo è che la creatività è già lì. Ognuno lo è a modo suo. L’improvvisazione aiuta a svelare la creatività e la spontaneità: siamo tutti creativi ma non ci concediamo di esserlo.

ILA: Cosa ti ha insegnato il tuo lavoro?
DAVIDE: Ho imparato a prendere con molta più filosofia l’errore. L’improvvisazione insegna che non esistono errori. O meglio, che tutti gli errori possono essere un incidente creativo. Una cosa che ti insegna e che ti muove in un’altra direzione che non avevi progettato. Spesso il progetto che fai prima non è la cosa più importante del mondo e a volte si può mollare un attimo e vedere dove ti porta qualcosa d’inaspettato.

ILA: Hai degli oggetti a cui sei particolarmente affezionato?
DAVIDE: Prima di tutto il quaderno. Questo e tutti i suoi fratelli, che uso quando faccio lezione. Ci annoto tutto, in carattere 7. Mi piace proprio avere tutto quanto segnato. Ci sono tante storie anche dei miei corsi.
Poi queste scarpe, che ho indossato nei miei spettacoli dall’inizio del mio percorso, nel 2003 fino al 2009. Le baciavo prima di andare sul palco. Poi nel 2009 ho organizzato il primo evento internazionale a Milano. È stato l’ultima volta in cui le ho indossate perché era un bel nuovo inizio. Ce le ho ancora. distrutte, fantastiche, sporche.

ILA: Come vivi un momento di pausa?
DAVIDE: Mi piace leggere per avere nuove ispirazioni. Ultimamente anche serie televisive che possono essere uno stimolo per nuove modalità narrative. È un modo che ho per rilassarmi e tenere al tempo stesso per tenere la testa viva.

Seguiteci per scoprire i prossimi episodi!

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