Federica Bianchi
paperbanana nasce dall’idea di unire il mondo delle carte da regalo e dei biglietti d’auguri con gli illustratori. Per fare un bel regalo, a partire dalla carta che l’avvolge.
I live Art la rubrica dedicata a chi è riuscito a fare della propria passione artistica ospita Federica Bianchi.
Intervista
ILA: Cos’è paperbanana?
FEDERICA: È un e-commerce di carte da regalo, biglietti d’auguri e in generale prodotti in carta disegnati da illustratori italiani e internazionali, stampati su materiali riciclati ed eco-friendly. Il lato forte dell’online è che ci permette di essere ovunque. Inizialmente il sito lo abbiamo impostato in inglese: la tradizione delle writing paper e delle greeting card è molto sentita nei paesi anglosassoni e nel nord Europa. Volevamo andare parlare a qualcuno che è già sensibile, che già acquista questi tipi di prodotti tutto l’anno.
ILA: Come mai questo nome?
FEDERICA: Stavamo cercando qualcosa che fosse memorabile e richiamasse l’atto di scartare. Allo stesso tempo ricorda una novella di Salinger che fa parte della raccolta “9 racconti” a cui siamo (paperbanana è un progetto di Federica Bianchi e Marco Vitolo, ndr) molto affezionati. Devo dire che il nome incuriosisce e spesso fa sorridere, ma questo ci aiuta ad essere ricordati.
ILA: Quali sono le tue fonti d’ispirazione?
FEDERICA: Sono ovunque. Mi arrivano un po’ dall’infanzia, quindi dai cartoni animati dai fumetti. Poi si è autoalimentata nel corso degli anni anche per i lavori che ho fatto. Trovo ispirazione nel cinema, nella fotografia, nelle illustrazioni ovviamente, nei libri ma anche nelle cose più comuni.
ILA: Come scegli i tuo prodotti?
FEDERICA: Quello che vedi sul sito è frutto di un perfetto equilibrio tra il mio gusto personale, quello degli artisti e quello che si aspettano le persone. Per noi è fondamentale, quando partecipiamo ai mercati di design, avere un confronto diretto con la gente. Spesso ci sono delle cose che ignoriamo e che ovviamente un mezzo come l’e-commerce non ti può dare.
ILA: Come vieni in contatto con gli artisti?
FEDERICA: Due anni fa, quando abbiamo iniziato, eravamo piccoli e contattavamo personalmente gli artisti. Attualmente ne abbiamo 50 e attraverso il passaparola sono sempre più loro a proporre i progetti che noi a cercarli.
ILA: Qual è la tua fonte d’energia?
FEDERICA: Non è facile iniziare un’attività da zero soprattutto in questo momento. Ci sono parecchi momenti di soddisfazione e spesso ti vengono proprio dal basso, dai piccoli riconoscimenti che ti dà il tuo lavoro quotidiano. Non mancano anche dei momenti in cui sei più scoraggiato e in questo caso il mantra è “Go wild, start to invent”, una frase che ha detto Herzog a un workshop e che ho fatto mia: “sii libero di inventare”.
ILA: Cos’è la creatività?
FEDERICA: È un dono che viene dato a tutti, in diversa misura. Va allenata e coltivata, questo ti porta poi ad essere una persona che più o meno la applica nella propria vita. Poi ovviamente ci sono dei casi - dei casi speciali - e delle persone che hanno questo talento e che riescono a sfruttarlo meglio di altri.
ILA: Hai un oggetto cui sei particolarmente affezionata?
FEDERICA: Questo ciondolo è il mio oggetto feticcio. Non me ne separo mai. Me l’ha regalato Marco, il mio fidanzato, a Dublino in uno dei nostri primi viaggi. Dublino per noi è molto importante perché l’idea di paperbanana è nata lì, in uno dei tanti meravigliosi negozi di carte da regalo e biglietti d’auguri. Ci siamo chiesti “ma perché non proviamo a fare qualcosa di nostro?”. Il talento e la creatività non mancano. Aldilà del valore affettivo, questo ciondolo è importante per il momento che mi ricorda.
ILA: Qual è la prima carta da regalo che avete venduto?
FEDERICA: Un artwork di Olimpia Zagnoli. Abbiamo potuto conoscerla tramite un amico e con entusiasmo ha deciso di aiutarci e di partire con noi. È stato un inizio con il botto. Lei, oltre a essere un’illustratrice veramente di talento, è molto conosciuta.
ILA: Come inizia la tua pausa?
FEDERICA: Quando spengo il computer. Mi rilasso a vedere il mare e in generale e fare la valigia. Anche se non devo partire, è una cosa che mi fa star bene. È il pensiero che potrei farlo in ogni momento e che qualcosa di bello che sta per succedere.
Seguici per scoprire le prossime interviste!