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Arabica e robusta: per una miscela perfetta serve equilibrio.

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Icona di Facebook Icona di Twitter Immagine di un'icona di caffè Dolce Gusto

Partiamo dai numeri: l’arabica rappresenta da sola il 70% del caffè prodotto a livello mondiale ed è la varietà più diffusa. I suoi terreni di coltivazione sono di origine vulcanica e ricchi di minerali, meglio se si trovano tra i 600 e i 2000 metri di altitudine. La robusta invece cresce anche a quote più basse e sopporta meglio la secchezza del clima e del terreno.

Le differenze passano ovviamente anche per i chicchi: quelli dell’arabica sono di forma ovale e allungata, mentre quelli di robusta sono più arrotondati e presentano un solco dritto al centro.

Differenza di gusto tra Arabica e Robusta

Il contenuto di caffeina, innanzitutto, è differente: la robusta può contenerne fino al doppio rispetto all’arabica. Proprio per questo motivo, il caffè fatto con l’arabica è più delicato ma anche più acido; l’alta presenza di oli lo rende anche più aromatico e moderatamente amaro. In tazza si presenta color nocciola dal riflesso rossiccio, con una crema compatta e talvolta striata. La robusta, invece, produce un caffè decisamente più corposo e legnoso dal punto di vista degli aromi; è più amaro e la crema si presenta più scura e spessa.

L’esigenza di dare a un caffè sia il corpo che l’aroma, porta a creare miscele di arabica e robusta insieme. Da qui l’infinità varietà di scelta, così che ogni coffee lover possa bere il suo caffè preferito, dal più aromatico e profumato fino al più forte e corposo.

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